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LE ALUNNE DEL LICEO COREUTICO
AL COREUTICO IL BIANCIARDI CELEBRA I 100 ANNI DELLA NASCITA
 
“Ci sono delle scorciatoie per la felicità, e la danza è una di queste” (Vicki Baum)
La danza è anche una scorciatoia per l’inclusione, per creare un ambiente dove l’ostacolo si fa invisibile e a essere protagonista è il corpo con il suo grande potenziale di espressività e emotività.
La danza abbatte le barriere, fa sentire ciascuno parte del movimento del gruppo, ci fa riscoprire talenti che pensavamo di non possedere.
Grazie alla danza, alla musica e al ritmo, oltre a imparare a muoverci con il gruppo e nello spazio, permettiamo al corpo di scoprirsi e alle emozioni di emergere in una forma armonica e personale. 
 
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This is the existential space where Bianciardi and Cavalllini meet each other: two country-dwellers who came out of their shell in search for the metropolis and its intellectual breath.
An intense friendship, a manly one, if this characteristic is taken as sign of a never declared sharing, as the scarcity of letters of their correspondence demonstrate; in the utterance of their mutual appreciation; in that name, “Crazy horse”, used by the writer-traductor to rename the painter, according to his quirk of changing the names of his beloved ones from a language to another.
He had already done so with Henry Miller and his friend Enrico Molinari. And so he does with Furio Cavallini: an absolute evidence of friendship and admiration.

 

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